varianza

1 Settembre 2025

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Formalmente, la varianza di una variabile aleatoria X è definita come il valore atteso del quadrato della deviazione di X dalla sua media (E[X]). Matematicamente, si rappresenta come Var(X) = E[(X – E[X])²]. In termini più semplici, calcola la media degli scarti quadratici dalla media aritmetica. La radice quadrata della varianza è la deviazione standard, una misura più intuitiva della dispersione poiché espressa nella stessa unità di misura dei dati originali.

La varianza è uno strumento fondamentale in finanza per valutare il rischio. In ambito di investimento, una maggiore varianza indica una maggiore volatilità dei rendimenti, suggerendo un investimento più rischioso. Ad esempio, consideriamo due azioni: A con una varianza dei rendimenti giornalieri di 0.01 e B con una varianza di 0.04. L’azione B è significativamente più volatile di A, implicando un rischio maggiore per l’investitore. Gli investitori utilizzano la varianza per diversificare i portafogli, cercando di ridurre la varianza complessiva attraverso la combinazione di asset con bassa correlazione.

Nella pratica, la varianza viene stimata utilizzando dati storici. Se abbiamo una serie di n rendimenti, la varianza campionaria si calcola come la somma dei quadrati degli scarti dalla media campionaria, divisa per n-1 (per correggere il bias di campionamento). Questa stima viene poi utilizzata per prevedere la varianza futura, anche se è importante ricordare che le stime storiche non sono una garanzia di performance future. La varianza è anche un componente chiave in modelli finanziari più complessi, come il modello di Black-Scholes per la valutazione delle opzioni, dove influenza direttamente il prezzo dell’opzione.

Nonostante la sua utilità, la varianza presenta dei limiti. È sensibile ai valori anomali (outliers), che possono distorcere significativamente il risultato. Inoltre, la varianza non fornisce informazioni sulla direzione della dispersione, solo sulla sua ampiezza. Infine, l’interpretazione diretta della varianza può essere difficile, motivo per cui la deviazione standard è spesso preferita per la sua maggiore interpretabilità. Nonostante questi limiti, la varianza rimane un indicatore chiave di rischio e volatilità, indispensabile per una corretta gestione del portafoglio e per la modellazione finanziaria.

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Analisi Quantitativa Definitiva su Microsoft (MSFT): Il DNA Statistico di un Titano di Mercato dal 2006 a Oggi

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Questo studio conduce un’analisi di profiling quantitativo approfondita sulla serie storica del titolo Microsoft (MSFT.US) dal 2006 al 2025. Il problema affrontato è la caratterizzazione del comportamento statistico dell’asset per superare le analisi discrezionali e identificare vantaggi competitivi (“edge”) oggettivi. La metodologia impiega un approccio modulare basato su Python, analizzando persistenza, regimi di mercato e ciclicità. Il risultato più significativo è l’identificazione di un chiaro trend rialzista, punteggiato da opportunità tattiche di tipo mean-reverting, specialmente in contesti di bassa volatilità, offrendo un framework robusto per investitori e trader sistematici.

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Analisi Quantitativa (NVDA): Decodificare il DNA di un Titolo da -90% a +10.000% con un Approccio Sistematico

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Affrontiamo il problema di navigare l’estrema volatilità di un titolo come NVIDIA (NVDA.US) attraverso un’analisi quantitativa rigorosa. Utilizzando un approccio sistematico in Python su dati giornalieri dal 2006 al 2025, abbiamo eseguito un “profiling” completo per identificare vantaggi statistici ricorrenti. Il risultato più significativo è l’individuazione di un doppio “edge”: una forte anomalia stagionale rialzista nel mese di

Agosto e una robusta tendenza al ritorno alla media (mean reversion) a seguito di forti ribassi, quantificati da uno Z-Score inferiore a -1.88. Questo studio fornisce un framework replicabile per trasformare l’analisi storica in un concreto piano operativo.

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Analisi Quantitativa dei Drawdown su Apple (AAPL): L’Edge Statistico del “Buy the Dip” dal 2006 a Oggi

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Questo studio di Kriterion Quant analizza in modo multidimensionale tutti gli episodi di drawdown del ticker Apple (AAPL.US) a partire dal 01-01-2006. La ricerca trasforma la percezione del rischio associata ai crolli di mercato in un’opportunità strategica quantificabile. Basandosi su un algoritmo Python, lo studio valida statisticamente le strategie “buy the dip”. Il risultato più significativo è che l’acquisto sistematico al minimo di un drawdown superiore al 10% ha storicamente generato un rendimento medio del +14.46% a 1 mese, con un win rate del 100%, fornendo un framework operativo per investitori evoluti e trader sistematici.

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