autocorrelazione

1 Settembre 2025

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Formalmente, l’autocorrelazione di una serie temporale {xt} è la correlazione tra i valori della serie a diversi lag temporali. È definita come la funzione di autocorrelazione (ACF), ρk = Corr(xt, xt-k), dove k rappresenta il lag temporale (il numero di periodi di tempo tra le osservazioni). L’ACF misura la forza e la direzione della relazione lineare tra un valore della serie e il suo valore k periodi prima. Un valore ρk vicino a +1 indica una forte correlazione positiva, un valore vicino a -1 indica una forte correlazione negativa, mentre un valore vicino a 0 indica assenza di correlazione lineare.

L’autocorrelazione è fondamentale nell’analisi delle serie temporali finanziarie perché rivela importanti informazioni sulla struttura di dipendenza dei dati. Ad esempio, un’alta autocorrelazione positiva in una serie di rendimenti azionari suggerisce inerzia o persistenza nei movimenti di prezzo: se il prezzo è salito oggi, è più probabile che salga anche domani. Al contrario, una bassa autocorrelazione suggerisce che i movimenti di prezzo sono relativamente indipendenti nel tempo. Questa informazione è cruciale per la modellazione, la previsione e la gestione del rischio. Consideriamo una semplice serie temporale: {1, 2, 3, 4, 5}. L’autocorrelazione al lag 1 sarebbe molto alta, mentre quella al lag 4 sarebbe bassa. In un contesto finanziario, potremmo analizzare l’autocorrelazione dei rendimenti giornalieri di un’azione. Se l’autocorrelazione al lag 1 è 0.2, significa che c’è una correlazione moderatamente positiva tra il rendimento di oggi e quello di ieri.

L’autocorrelazione viene utilizzata in diverse tecniche quantitative, tra cui l’ARIMA (Autoregressive Integrated Moving Average) per la modellazione di serie temporali, la stima della volatilità (ad esempio, modelli GARCH che utilizzano l’autocorrelazione dei quadrati dei rendimenti), e la costruzione di strategie di trading basate su segnali derivanti da pattern autocorrelati. Per esempio, un trader potrebbe sviluppare una strategia che sfrutta l’autocorrelazione positiva a breve termine dei prezzi per effettuare operazioni di day trading. Tuttavia, è importante notare che l’autocorrelazione non implica causalità: una forte autocorrelazione potrebbe essere dovuta a fattori esterni non catturati dal modello.

Nonostante la sua utilità, l’autocorrelazione presenta dei limiti. Innanzitutto, si concentra solo sulle relazioni lineari. Se la relazione tra i valori della serie temporale è non lineare, l’autocorrelazione potrebbe non rilevarla. Inoltre, l’autocorrelazione può essere influenzata da fattori esterni come cambiamenti di regime o eventi imprevisti. Infine, una forte autocorrelazione non garantisce la possibilità di effettuare previsioni accurate, in quanto la presenza di rumore o di cambiamenti strutturali può compromettere la validità delle previsioni basate sull’autocorrelazione.

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Analisi Quantitativa Definitiva su Microsoft (MSFT): Il DNA Statistico di un Titano di Mercato dal 2006 a Oggi

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Questo studio conduce un’analisi di profiling quantitativo approfondita sulla serie storica del titolo Microsoft (MSFT.US) dal 2006 al 2025. Il problema affrontato è la caratterizzazione del comportamento statistico dell’asset per superare le analisi discrezionali e identificare vantaggi competitivi (“edge”) oggettivi. La metodologia impiega un approccio modulare basato su Python, analizzando persistenza, regimi di mercato e ciclicità. Il risultato più significativo è l’identificazione di un chiaro trend rialzista, punteggiato da opportunità tattiche di tipo mean-reverting, specialmente in contesti di bassa volatilità, offrendo un framework robusto per investitori e trader sistematici.

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Analisi Quantitativa (NVDA): Decodificare il DNA di un Titolo da -90% a +10.000% con un Approccio Sistematico

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Affrontiamo il problema di navigare l’estrema volatilità di un titolo come NVIDIA (NVDA.US) attraverso un’analisi quantitativa rigorosa. Utilizzando un approccio sistematico in Python su dati giornalieri dal 2006 al 2025, abbiamo eseguito un “profiling” completo per identificare vantaggi statistici ricorrenti. Il risultato più significativo è l’individuazione di un doppio “edge”: una forte anomalia stagionale rialzista nel mese di

Agosto e una robusta tendenza al ritorno alla media (mean reversion) a seguito di forti ribassi, quantificati da uno Z-Score inferiore a -1.88. Questo studio fornisce un framework replicabile per trasformare l’analisi storica in un concreto piano operativo.

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Analisi Quantitativa dei Drawdown su Apple (AAPL): L’Edge Statistico del “Buy the Dip” dal 2006 a Oggi

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Questo studio di Kriterion Quant analizza in modo multidimensionale tutti gli episodi di drawdown del ticker Apple (AAPL.US) a partire dal 01-01-2006. La ricerca trasforma la percezione del rischio associata ai crolli di mercato in un’opportunità strategica quantificabile. Basandosi su un algoritmo Python, lo studio valida statisticamente le strategie “buy the dip”. Il risultato più significativo è che l’acquisto sistematico al minimo di un drawdown superiore al 10% ha storicamente generato un rendimento medio del +14.46% a 1 mese, con un win rate del 100%, fornendo un framework operativo per investitori evoluti e trader sistematici.

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