Il rischio negativo, formalmente definito, è la misura della probabilità e dell’entità delle perdite al di sotto di un certo livello di riferimento, tipicamente il valore atteso o un benchmark di mercato. A differenza della volatilità, che considera sia le perdite che i guadagni, il rischio negativo si concentra esclusivamente sulla coda sinistra della distribuzione dei rendimenti, rappresentando quindi una misura asimmetrica del rischio. Questo approccio è particolarmente rilevante in contesti di avversione al rischio, dove gli investitori sono più sensibili alle perdite che ai guadagni di pari entità.
L’importanza del rischio negativo risiede nella sua capacità di catturare la potenziale gravità delle perdite. Misure tradizionali come la deviazione standard, pur fornendo un’indicazione della dispersione dei rendimenti, non distinguono tra perdite e guadagni. Il rischio negativo, invece, permette di valutare in modo più accurato il potenziale impatto negativo di un investimento sul portafoglio, consentendo una gestione del rischio più efficace. Ad esempio, due investimenti potrebbero avere la stessa deviazione standard, ma uno potrebbe presentare un rischio negativo significativamente maggiore dell’altro, a causa di una coda sinistra più spessa. Questo potrebbe essere visualizzato graficamente con una distribuzione di probabilità dei rendimenti, dove una coda sinistra più pronunciata indica un rischio negativo più elevato.
Nella pratica, il rischio negativo viene utilizzato in diverse strategie di investimento e gestione del rischio. Un esempio è il Value at Risk (VaR), che stima la massima perdita attesa con una certa probabilità (es. 95%) entro un dato orizzonte temporale. Un altro esempio è il Conditional Value at Risk (CVaR), o Expected Shortfall (ES), che calcola la perdita attesa condizionata al superamento del VaR. Questi indicatori aiutano gli investitori a quantificare e gestire il rischio negativo, permettendo di adottare strategie di hedging o di diversificazione per mitigare le potenziali perdite. Consideriamo un portafoglio con un VaR del 5% a 1 milione di euro: questo significa che c’è una probabilità del 5% di perdere almeno 1 milione di euro entro un dato periodo. Questo dato è cruciale per la gestione del capitale e la definizione dei limiti di rischio.
Nonostante i suoi vantaggi, il rischio negativo presenta anche dei limiti. La sua stima dipende fortemente dalla distribuzione dei rendimenti assunta, che potrebbe non essere sempre accurata. Inoltre, la scelta del livello di riferimento per la misurazione del rischio negativo può influenzare i risultati. Infine, la focalizzazione esclusiva sulla coda sinistra della distribuzione potrebbe trascurare altre informazioni rilevanti sulla performance dell’investimento, come l’asimmetria e la curtosi della distribuzione. È quindi fondamentale utilizzare il rischio negativo in combinazione con altre metriche di rischio per ottenere una valutazione completa del profilo di rischio di un investimento.
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