Il rendimento privo di rischio (RFR, Risk-Free Rate) è il rendimento teorico atteso da un investimento considerato privo di rischio di default o di perdita di capitale. Formalmente, è il tasso di rendimento di un’attività finanziaria che offre un ritorno certo in un determinato periodo di tempo. In pratica, questo tasso è spesso approssimato dal rendimento dei titoli di stato a breve termine di un paese con un basso livello di rischio di default, come i Treasury Bills statunitensi o i Bund tedeschi. La scelta dello strumento che rappresenta il RFR dipende dal contesto e dalla valuta di riferimento.
La sua importanza risiede nel ruolo fondamentale che svolge nella valutazione degli investimenti rischiosi. Il RFR serve come benchmark per calcolare il premio per il rischio, ovvero la remunerazione aggiuntiva richiesta dagli investitori per assumersi un rischio superiore rispetto all’investimento privo di rischio. Ad esempio, se il RFR è del 2% annuo e un’azione offre un rendimento atteso del 10%, il premio per il rischio è dell’8% (10% – 2%). Questo premio riflette la maggiore incertezza associata all’investimento azionario rispetto all’investimento in titoli di stato.
Nella pratica, il RFR viene utilizzato in numerosi contesti finanziari. È un componente chiave nel calcolo del Capital Asset Pricing Model (CAPM), un modello utilizzato per determinare il rendimento atteso di un asset rischioso. Inoltre, è impiegato nel calcolo del costo del capitale proprio (Cost of Equity) e nel Discounted Cash Flow (DCF), metodi fondamentali per la valutazione aziendale. Consideriamo un esempio: se il RFR è del 3% e un’azienda prevede flussi di cassa di 100€ tra un anno, il valore attuale di questi flussi, secondo il DCF, sarebbe di 100€ / (1 + 0.03) = 97.09€.
Nonostante la sua utilità, il RFR presenta dei limiti. Innanzitutto, nessun investimento è completamente privo di rischio, anche i titoli di stato possono subire perdite di valore a causa dell’inflazione o di cambiamenti nelle condizioni di mercato. Inoltre, la scelta del proxy per il RFR può influenzare significativamente i risultati dei calcoli finanziari. Infine, il RFR non considera il rischio di reinvestimento, ovvero il rischio che i rendimenti futuri possano essere inferiori al tasso attuale. Pertanto, è cruciale utilizzare il RFR con consapevolezza, considerando i suoi limiti e scegliendo il proxy più appropriato per il contesto specifico.
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